L’itinerario tocca tre ville palladiane tra le più importanti realizzate da Andrea Palladio, commissionate da influenti e prestigiosi esponenti della nobiltà veneziana. Il percorso attraversa una fascia territoriale pianeggiante situata al centro del Veneto, con insediamenti diffusi ma piacevole dal punto di vista paesaggistico per la varietà degli assetti agricoli e l’amenità delle campagne, delimitata verso nord dallo sfondo dei rilievi prealpini, le cui pendici vengono raggiunte in concomitanza con l’ultima tappa, a Maser.
La prima tappa dell’itinerario, situata a PIOMBINO DESE (PD), si raggiunge percorrendo l’autostrada A4 allo svincolo di Padova est in direzione di Castelfranco Veneto. In prossimità della zona centrale di Piombino Dese si trova Villa Cornaro (1552), grande residenza signorile dall’aspetto di palazzo, affacciata da entrambi i lati su giardini, cui segue una successione di broli e campi allineati lungo uno stesso asse.
Da Piombino Dese il percorso prosegue verso nord e, entrando in provincia di Treviso, giunge in territorio di comunale di Vedelago dove, ai margini della frazione di Fanzolo di VEDELAGO (TV), sorge il grandioso complesso di Villa Emo (1557-58), riuscita e convincente esemplificazione della nuova tipologia di villa-fattoria concepita da Palladio, in cui i fabbricati di servizio si integrano con la residenza padronale in un sistema architettonico unitario. La campagna di pertinenza della villa è ancora strutturata secondo il lungo asse territoriale nord-sud passante per la mediana dell’edificio, a sua volta inserito nell’ordinata trama del territorio derivata dalla centuriazione di età romana.
Da Fanzolo di Vedelago, indirezione nord verso le prealpi, si raggiunge MASER (VE) alle pendici del sistema collinare che precede i rilievi montuosi. Qui, in posizione appena elevata lungo il pendio, risalta la presenza di Villa Barbaro (1554), altra importante realizzazione palladiana resa celebre dal ciclo di affreschi realizzati all’interno da Paolo Veronese. In prossimità della villa sorge, a lato della strada su cui si apre il portale d’ingresso, il tempietto Barbaro (1580), una delle ultime opere di Palladio, presso il cui cantiere, secondo la tradizione, avrebbe trovato la morte.