Cenni Storici
Il fondo su cui sorgono le Barchesse di Villa Trissino era pervenuto a Giovanni Trissino, padre dei committenti di Palladio, nel 1531. Non è noto quando ebbe inizio l’attuazione del progetto di Palladio, ma sono documentati lavori per una colombara, un muro e una porta nel 1553. Di tale fase costruttiva possono ascriversi al progetto palladiano le fondazioni del rustico lungo il fiume e le colonne delle barchesse. Tali fabbricati rappresentano i soli frammenti costruiti, giunti a noi attraverso diverse e convulse fasi costruttive, nell’ambito di un progetto ambizioso commissionato a Palladio dei nobili vicentini Francesco e Ludovico Trissino, mai realizzato compiutamente, e da lui pubblicato ne I quattro libri, dove ne dichiarava avviata la costruzione. Il complesso rappresentato nell’incisione del trattato comprende un corpo dominicale raccolto intorno ad un salone circolare, per il quale è evidente il riferimento alla “Rotonda” di Vicenza. L’edificio sarebbe dovuto sorgere nella collinetta dove si trova attualmente la chiesa parrocchiale di Meledo e, con piani successivamente digradanti verso sud, sarebbe stato collegato a due grandi portici aperti a esedra connessi ai rustici. L’insieme avrebbe avuto un aspetto monumentale e integrato al paesaggio, ispirato ai complessi religiosi romani che Palladio aveva studiato nei suoi viaggi, come il santuario della Fortuna Primigenia di Palestrina.
Descrizione Strutturale e Decorativa
Il complesso realizzato e giunto ad oggi è situato in prossimità del centro di Meledo di Sarego, lungo la riva del fiume Brendola. Si compone di un preesistente fabbricato quattrocentesco e di due fabbricati rurali disposti lungo i confini orientale e occidentale della proprietà e collegati a sud dai resti di un muro di cinta, che inquadrano un giardino all’italiana. Il rustico orientale presenta sul fronte prospiciente l’acqua possenti fondazioni lapidee e si compone di una barchessa porticata aperta verso il fondo con sei colonne tuscaniche e da una torre colombara adiacente. Anche la barchessa occidentale si affaccia verso l’interno della proprietà con un portico di otto colonne tuscaniche. L’interno della torre colombara sono presenti affrescati con grottesche attribuite ad Eliodoro Forbicini, pittore veronese che aveva già lavorato a Vicenza nei palazzi Chiericati e Thiene, anch’essi opera di Palladio. Nel recente restauro conservativo sostenuto dai proprietari, sono stati riportati in uso i vani sotterranei, che si estendono per tutta l’ampiezza della costruzione e che presentano pareti in sasso del Cinquecento e volte in mattoni di cotto.
Uso Attuale
Il complesso è adibito a residenza privata e ricettiva; è visitabile, a pagamento.
Informazioni
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